Scatti d’ira e aggressività repentina

Ci sono bambini che hanno relativa facilità a esplodere in gesti di collera e/o aggressivi estremamente repentini, dei quali poi si pentono a posteriori. Questa modalità di reazione può essere transitoria, legata a fasi particolari di irritabilità, o permanere più a lungo.

Ci sono due aspetti da considerare prima di tutto:

  • Gli scatti avvengono in modo talmente repentino da non essere controllabili dal bambino. Si tratta per lo più di reazioni che anche sul piano neurologico “by-passano” le aree di pensiero collegando direttamente le aree emotive a quelle motorie. In pratica il bambino in questi casi prima agisce poi pensa.
  • La soglia oltre la quale si verifica un gesto di collera e/o aggressivo è variabile e dipende da molti fattori complessi. Uno di questi, che possiamo chiamare “irritabilità”, risente del livello di stress (e relativi ormoni in circolo nell’organismo) e di stati emotivi come frustrazione, tristezza, ecc.

Cosa discende da ciò?

  • È ovviamente giusto far notare al bambino che ha compiuto un gesto sbagliato, ma bisogna ricordare che questo rimprovero non deve essere dato “come se” il bambino avesse pensato prima di agire, altrimenti lui sarà indotto a sensi di colpa inutili e frustranti sul suo autocontrollo. Molto meglio premere sulla riparazione, sul ricostruire la relazione, che non sulle ammonizioni.
  • Accanto al rimprovero occorre ripercorrere assieme a lui come in moviola le azioni per aiutarlo a capire dove è iniziata la reazione incontenibile. (Vedi scheda 1 più in basso)
  • È anche opportuno verificare se vi siano situazioni particolari di stress per il bambino (vedi scheda 2 più in basso). In caso affermativo ovviamente si cerca di ridurle o, se possibile, eliminarle.

<<<<>>>>

Scheda 1 – La moviola

Quando il bambino si è calmato, ma senza far passare troppo tempo, un adulto dovrebbe mettersi con lui, con atteggiamento sereno e costruttivo, a “passare in moviola” l’accaduto. Ci si dovrebbe aiutare con domande e stimoli di questo tipo:

  1. Ricorda cosa stavi facendo, dove eri, con chi eri.
  2. Ricorda cosa è accaduto subito prima di arrabbiarti
  3. Bene, ora rallentiamo la moviola ancora di più: cosa hai sentito quando lui ti ha detto/fatto così? (Di norma i bambini riferiscono sensazioni di pressione alla testa, calore, battito accelerato o accentuato del cuore, formicolii, ecc). Alcuni diranno “niente, mi sono arrabbiato”, e andranno aiutati a riconoscere le sensazioni nel corpo e nella mente.
  4. Quando è finito il tuo momento di rabbia? Cosa lo ha fatto finire?

Questa operazione va svolta possibilmente ogni volta che si verifica un evento del genere. Non appena cominciano a emergere sensazioni più riconoscibili (ad esempio “caldo alla testa”) si può tentare di spingere il bimbo a ricordare e riconoscere quella sensazione prima possibile e cercare di abbandonare la scena o stoppare l’azione. Non è garantito che funzioni subito è sempre, ma la strada principale è questa.

Variante: se l’episodio è avvenuto a scuola e ci sono dei testimoni, potrebbe essere la maestra che, con atteggiamento pacato e non “da processo” ricostruisce i fatti e le sensazioni corporee del bambino arrabbiato. A partire da queste ricostruzioni si possono poi creare dei momenti condivisi in cui cercare e mettere in atto soluzioni alternative di gestione dei conflitti e della rabbia.

<<<<>>>>

Scheda 2 – Check up dello stress

Ogniqualvolta un bambino tende ad avere esplosioni di ira repentina, i suoi genitori dovrebbero fare una rapida verifica di eventuali situazioni stressanti che siano entrate o facciano parte della vita del figlio. Vediamo qualche idea e spunto per farlo.

  • Nel tempo recente ci sono stati lutti o malattie in famiglia specialmente di persone care al bambino?
  • Come è in generale il livello di salute del bambino? Ha subìto di recente ospedalizzazioni o cure/diagnostiche invasive?
  • È nato un fratellino sorellina nell’ultimo anno o due?
  • Racconta (o vi sono indizi) di molestie o prese in giro frequenti a scuola o altrove?
  • Ci sono stati cambiamenti familiari rilevanti come separazioni, traslochi, un genitore che inizia un lavoro dopo inattività o viceversa perde il posto di lavoro?
  • Ci sono problemi economici in famiglia?
  • Il bambino assiste o ha assistito a conflitti aperti tra i genitori? Litigi verbali? Aggressioni fisiche?
  • Ci sono altre cause di tensione o nervosismo negli adulti?
  • In generale quanti impegni extrascolastici ha? (Uno, max due viceversa togliete qualcosa)
  • Può muoversi nel quotidiano con calma o vive in costante fretta?
  • Ha frequenti occasioni di stare alcune ore con un adulto (genitore, nonno, zia…) in rapporto individuale o max con un fratello/cugino? (se mancano, cercate di crearne)
  • Quanto spesso è costretto a rinunciare al gioco o allo svago promesso a causa dei compiti da svolgere? (eventualmente concordate con le maestre qualche riduzione ragionata)
  • Riceve buoni commenti sulle sue capacità scolastiche? E’ soddisfatto di sé come alunno?

Una volta individuati eventuali fattori con l’aiuto di questa lista, è consigliabile cercare di attenuare l’effetto complessivo. Ricordate che il livello di stress tende a essere cumulativo, e che ogni riduzione di uno dei fattori in gioco è potenzialmente benefica.

Quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/